20190530 La casa di campagna

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fuffa

Vai, abbiamo preso anche il secondo caffè e adesso scrivo un po’ di fuffa anche con la stilografica con l’inchiostro blu perché questa scorre bene.

Sono un po’ fermo con le idee/progetti che mi ero prefigurato da quando non lavoro più. Se provo a ricordare l’unico che ha avuto un suo qualche compimento è stato quello del gazebo in giardino. Il giardino però è ben lontano dall’essere completato ed inoltre il gazebo stesso non lo utilizzo per quello che avevo pensato, cioè una bolla fuori dal tempo. Poi, se vogliamo andare a vedere, al più ho dato una mano a Luana a risistemare la sala che adesso è di nuovo “abitabile”. Per il momento di spostare i mobili e soprattutto imbiancare non se ne parla nemmeno. In un certo senso, dopo tanti anni, siamo semplicemente tornati alla normalità e ci sembra un successone; tra qualche tempo ci saremo scordati il casino che c’era.

Poi: il muschio che ho spennellato sui bordi dei cordoli di recinzione il 28 febbraio scorso manco per il cazzo che è venuto fuori; forse ho messo poco muschio, forse poco zucchero, lo yogurt non gli andava bene, fatto è che niente c’era niente c’è adesso. Sul versante delle tavolette di cartapesta sono fermo perché ho bruciato l’immersore di Luana. È vero che ho immaginato soluzioni alternative ma andrebbero trovate giù in garage che andrebbe prima risistemato per tornare agibile. Soprattutto ho visto che non so disegnare/dipingere e questo ha spento parecchio del mio entusiasmo verso la carta pesta. Un ipotetico scenario che mi tornerebbe utile è questo: vincere un sacco sacco di soldi e quando dico un sacco intendo un sacco sproporzionato.

A parte le cose di aiuto a certe persone che potrei fare con questi soldi, potrei comprare una casa in campagna con un bel po’ di terreno e magari anche un pezzo di bosco. Poi potrei assumere delle persone per sistemare casa mia ed intanto abitare in quella di campagna; la casa di campagna non dovrebbe essere grandissima, non sono più interessato ad avere un castello di centinaia di stanze. Però certo delle stanze in più rispetto a quelle che ho a casa di mia (una novantina di metri quadri, e detta l’onesta verità, sufficienti). Non so, in una mettiamo in pratica tutti gli armadi, una stanza armadio, con tanti bei ripiani con tutte le cose a vista; fai il conto le camicie, i maglioncini, i giubbotti, le scarpe e le altre cose che ci vogliono, lenzuola, coperte, federe, cose così. Un’altra stanza diventa la lavanderia per Luana che le piacerebbe averne una; un paio di stanze sarebbero semplicemente delle camere per gli ospiti e poi to’, ce ne posso avere un’altra in più o anche due con destinazione da definirsi; nel più ci sta il meno.

Dopo di che le solite necessarie: il cucinotto (che si può estendere a cucina con il piano cottura ad isola come piacerebbe a Luana), il soggiorno dove si pranza; la sala, che può allargarsi a salone ed eventualmente a salone one one, tanto di spazio ce n’è, fai conto una roba tipo Matrix. Ci metterei le librerie, il divano con o senza le poltrone che m’interessano il giusto e soprattutto le nostre due scrivanie con i nostri rispettivi computer. Al più, ma se proprio ne ho voglia, uno schermo per vedere dei film le sere che ci andasse di farlo. Sono 12 o 13 o di più anni, non riusciamo a ricordarlo bene, che io e Luana abbiamo tolto la tv da casa e ci troviamo benissimo e non abbiamo certo intenzione di rimetterla; lo schermo mi servirebbe per vedere un film da Netflix oppure uno piratato (Cazzo me ne frega a me?); per le esigenze che abbiamo e per l’utilizzo che ne faremmo basterebbe anche un telo che si srotola e poi si arrotola e scompare nel soffitto tipo le tende per le diapositive o i proiettori (se c’è ancora qualcuno che possa comprendere l’esempio).

E poi ovviamente la nostra camera da letto che a questo punto non sarebbe più soffocata. Già che sono lì a costruire, in camera nostra ci sarebbe una porta finestra che dà su un ampio terrazzo a semicerchio (come quello dove siamo stati oltre 25 anni fa per i nostri 10 anni di matrimonio. Era un castello in Irlanda vicino a Dublino). Una semplice ringhiera in ferro e poi ci vuole per forza una qualche struttura di copertura, una tettoia, un gazebo, un qualcosa insomma che ti ripari dal troppo sole o dalla pioggia. Sarebbe bello stare su quel terrazzo a fare colazione quelle due o tre volte prima che ti rompi i coglioni a portare da giù (la cucina è al piano terra, le camere al piano superiore) la colazione che tanto nel frattempo si è raffreddata…

Senz’altro ci posso andare alla mattina a fumare la prima sigaretta della giornata (se fumo ancora, sono già un paio d’anni che smetto definitivamente ogni primo del mese) e caso mai ci si va a leggere se c’è un po’ di solicchio d’inverno o del fresco quando fa caldo.

Un bel bagno in comune per le stanze da letto con una bella doccia (la vasca non ci interessa, anche nella casa reale l’abbiamo tolta) ed un bagno più modesto a pianterreno per non star a fare le scale quando sei giù. Ci vuole ovviamente un ripostiglio ampio il giusto per le scorte e le altre cose che in una casa ci vogliono. Direi che con gli interni sarei a posto. La casa è ovviamente in mezzo ad un terreno. Ora non so bene se sistemare il giardino sul davanti o sul retro della casa, ma mi sa più sul retro, quello che va verso la collinetta boschiva.  Nel giardino ci sono degli alberi, probabilmente degli aceri che così si fa prima e l’erba è quella dei prati. Assolutamente no all’inglese, quell’erba finta che nemmeno i grilli riescono a sopportare.

Sotto ad uno degli alberi del giardino, e rifai conto che sia appunto un acero, ci va il suo divanetto con un tavolino, tipo Ikea che va benissimo, quelli tipo tutti intrecciati ed un paio di poltroncine e comunque mi ci vuole anche un tavolino normale tipo da bar e la sua sedia se voglio prendere degli appunti in grazia di Dio.

Subito dopo il giardino, magari separato da una bella staccionata in legno ma non di quelle tanto elaborate, il pezzo (piccolo) dedicato ad orto con la sua debita casetta per riporre gli attrezzi ed ovviamente con la pila dell’acqua per dare da bere alle piante. Dopo l’orto c’è un po’ di terreno incolto per arrivare al bosco. Il bosco cresce su una collinetta o meglio ancora un gruppo di collinette e non è che sia grandissimo, però sufficiente per trovare il piacere di una breve passeggiata. Qualche dosso e qualche versante nasconde la casa e ti sembra di essere chissà dove. Qui e là delle comode panchine. Vorrei anche piazzarci una torretta tipo quelle dei cacciatori sopraelevate, direi più un gazebo su quattro zampe, una specie di casetta sulle palafitte come quelle dei pescatori di retone. Voglio dire, giacché sei lì a spendere fai le cose a modo. Comunque questa roba la vediamo più avanti, nel prosieguo della sistemazione della casetta di campagna. Perché ovviamente la residenza la mantengo in questa attuale. Abito in un condominio un po’ riposto, contiguo con il centro del paese. Siamo otto famiglie e grosso modo ognuno fa i fatti suoi. Questo è un bene per tante cose ed ha i suoi piccoli contro per altre. Per esempio il cortile condominiale è coltivato ad erbacce e la pavimentazione, inesistente, è terraccia indurita sulla quale anni fa versammo un camion di ghiaia che con il tempo e le ruote delle macchine si è pian piano trasferito sui bordi in modo da avere a disposizione ampie pozzanghere quando piove. Dal cortile condominiale si accede alla striscia di terreno parallela alla casa, profonda un 5 m circa e suddivisa in sette pezzi grosso modo larghi dai sei agli otto metri di altrettanti condomini. L’ottavo condomino, uno dei due a pianterreno, il suo pezzo ce l’ha già inglobato nel suo giardino privato. Tutte queste porzione di terreno una volta erano coltivati ad orto,  per un po’ anche il mio. In realtà tutti gli altri erano dei pensionati che facevano a gara a tirare fuori meraviglie dei loro scarsi metri quadri. Io ero giovane, appena sposato, e lo coltivavo più per sollecitazione che per naturale inclinazione. Uno alla volta pensionati se ne sono andati. I nuovi condomini sono tutti più giovani, qualcuno con una vita più difficile perché magari single con figlio oppure single di ritorno con figli e senza lavoro. In breve la striscia è una selva di ligustri e rampicanti con qualche olivo mai più potato e che ora svetta ad  arrivare  al secondo piano. Quando è stagione la raccolta delle olive la posso fare sul ramo che quasi sbatte alla mia finestra di camera al primo piano. L’unico pezzo con una parvenza di civilizzazione è il mio dove, sul terreno di pietrisco riportato quando finì la mia stagione di agricoltore, ho messo l’anno scorso un gazebo preso all’Ikea. E questo è un utile indicatore sullo stato delle cose.

Ovviamente ci sono altri problemi tipo i terrazzi da rifare e le grondaie e cose così. Ma facciamo tutti allegramente gli gnorri, l’amministratore del condominio è esterno, abita in città, prende poco, interviene con i suoi tempi quando lo chiamiamo e via andare. Fortunatamente non ci abita nessun avvocato se no sarebbero cazzi! Nel condominio, suddivisi in tre appartamenti ci sono però tre adolescenti e due bambini una addirittura in età prescolare; non si sa mai che indirizzo prenderà la loro vita. Li tengo d’occhio per quanto possa servire. Ma torniamo a noi.

La casa di campagna non sarebbe completa se non ci fosse un piccolo edificio in muratura (metti un ex fienile o una roba del genere) dove mettere un banco da lavoro per dare due martellate a qualcosa o segare due legni per fare delle piccole rappresentazioni di mobili, fai conto uno scaffale o un ripiano, cose così, facili da buttare poi in un falò improvvisato.

Il pezzo forte sarebbe, quello sì roba da ricchi, una sauna con la sua bella doccia ben piastrellata ed il suo spazio all’esterno, riposto agli sguardi ma dotato di sdraio per mettersi lì a decantare; in realtà a me piacciono più i bagni turchi ma mi diventa troppo complicato installarne uno soddisfacente in un ex fienile. Una cosa che non mi interessa assolutamente è la piscina, le ho sempre trovate così artificiali da perdere il gusto di farci il bagno dentro. Ecco, se proprio ci deve essere qualcosa, allora un laghetto di pochissimi metri quadri per mettercisi a sedere a fare due chiacchiere, magari con due rane che ci sono venute a fare villeggiatura. Comunque una semplice doccia a soffione, quelle delle spiagge per intenderci, messa da una qualche parte riposta del giardino con la sua base di tavolette di legno per rinfrescarsi nei pomeriggi estivi quella ci va messa per forza!

Un lato o uno spazio dell’ex fienile è dedicato per tenere al coperto l’auto e le biciclette e la vespa d’epoca; se di auto ce ne stanno comode due è meglio, per via degli ospiti. E per quella volta che vengono un po’ di amici e le auto totali sono più di due vorrà dire che le eccedenti le metteremo sul prato davanti casa, e che cazzo, uno poi fa di necessità virtù, l’importante è stare in compagnia!

Va be’, mi sembra che posso concludere qui. Tra l’altro sono le 12:34 in questo momento e sarebbe anche da andare verso casa. Mi ha mandato prima Marco un whatsapp per dirmi che il quadro è pronto, una foto di famiglia stampata su tela 50 x 70 per mio figlio. Ce l’ha chiesta come regalo per i suoi trent’anni. Adesso ne ha 31 da quasi due mesi…

Nel pomeriggio andiamo quindi a ritirarlo a XX, il paesino sempre in provincia ma distante una buona mezz’ora da dove abitiamo. Bon Basta chiuso.

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